Vi siete accorti come negli ultimi anni sia gradualmente aumentata la presenza di spot pubblicitari su Poker, gratta e vinci, lotto, superenalotto, scommesse e chi più ne ha più ne metta. La tecnologia ha sicuramente portato un notevole aiuto alla diffusione di questi giochi, soprattutto del poker online, su piattaforme digitali LEGALI pubblicizzate sulle reti Mediaset agli orari di punta. Ci sono GiocoDigitale, 888.it, pokerstars.it, bwin.it, partypoker.it, snai.it/poker, betclick, sisal.it e penso qualche altra. Un po' eccessive per essere delle piattaforme legali di gioco, quindi per definizione casino' online , in cui migliaia di utenti, comodamente seduti sui loro divani o sulle scrivanie dei propri posti di lavoro potranno caricare di soldi veri i loro conti virtuali per sfidarsi e cimentarsi in tornei online, presi spesso alla leggera da chi gioca perchè di poco valore. Ed ecco che i gestori di queste piattaforme online si fanno d'oro, incassando centinaia di migliaia di euro ogni mese, con fatturati che a fine anno fanno venire i brividi. La nostra tv commerciale/ di stato, ovvero Mediaset pubblicizza a ritmo serrato la pratica del poker, facendo passare giornalmente sulle numerose reti del digitale terrestre pubblicità delle varie piattaforme.
Il 17 Luglio 2011 è stato approvata la legge che permettera di legalizzare il gioco d'azzardo online in Italia, dopo il via libera dell'Europa.
“La Commissione Antimafia ha lanciato l’allarme proprio in relazione al fatto che lo Stato ha entrate cospicue dal gioco ed e’ portato ad allargare l’area dei giochi leciti per migliorare i propri introiti, ma per ogni euro che entra nelle tasche dello Stato proveniente dal gioco lecito, ce ne sono almeno altri dieci che finiscono nelle tasche della criminalita’ organizzata, da gioco lecito e illecito”. Sono queste le parole di Beppe Pisanu. La legalizzazione del cash game poker e dei casinò legali AAMS in Italia ha fatto scoppiare il business dei giochi online in meno di una settimana, con la nascita di piattaforme online che sembravano già pronte da tempo per essere messe online. Ma da chi? chi sapeva che il poker sarebbe stato legalizzato e aveva già stretto legami aziendali con noti imprenditori e affaristi della pubblica amministrazione e dell'imprenditoria italiana, con qualche comprarsa poco raccomandabile, legata al mondo dei giochi e delle scommesse e a quello della mafia e degli affari sporchi. Qualche dubbio viene...che ne dite?
Ma chi sono i signori del gioco d'azzardo in Italia? C'è da ricordare al lettore che questi "imprenditori" si spartiscono, solo nel 2011, una fetta di mercato da ben 80 miliardi di euro. Su questa cifra lo stato italiano incassa il 10% degli incassi.Naturalmente ci sono aziende ritenute serie, anche se si dovrebbe indagare un po' più a fondo anche lì, mentre di alcune è molto difficile risalire ai proprietari in quanto con sede all'estero e frutto di partecipazioni di altre società, con l'ormai famoso metodo delle scatole cinesi.
Lottomatica e Snai sono le uniche due concessionarie italiane.
Ma chi sono i signori del gioco d'azzardo in Italia? C'è da ricordare al lettore che questi "imprenditori" si spartiscono, solo nel 2011, una fetta di mercato da ben 80 miliardi di euro. Su questa cifra lo stato italiano incassa il 10% degli incassi.Naturalmente ci sono aziende ritenute serie, anche se si dovrebbe indagare un po' più a fondo anche lì, mentre di alcune è molto difficile risalire ai proprietari in quanto con sede all'estero e frutto di partecipazioni di altre società, con l'ormai famoso metodo delle scatole cinesi.
Lottomatica e Snai sono le uniche due concessionarie italiane.
- Lottomatica: 60% proprietà della De Agostini Spa controllata a sua volta dalla B&D di Marco Drago e C, holding della storica famiglia Boroli.
- Snai:ha avuto un azionariato più diffuso ed è controllata da due fondi di private equity che fanno capo uno alla famiglia Bonomi, l'altro a istituti bancari e assicurativi italiani.
- Cogetech :di proprietà della Cogemat, Spa di proprietà al 71 % della OI Games 2 con sede a Lussemburgo.
- Gamenet è al 42 per cento (quota di maggioranza) della Tcp Eurinvest, sede Lussemburgo.
- Hbg è al 99 per cento di proprietà della lussembrughese Karal: solo l'1 per cento è di proprietà di un italiano, Antonio Porsia (che è anche l'ad), imprenditore definito dalla stampa finanziaria il nuovo numero uno delle sale da gioco.
- Sisal: al 97 % della Sisal Holding finanziaria, Spa al 100 p% della Gaming Invest, sede nel granducato di Lussemburgo.
- Codere: spagnola, al 100 % del gruppo Codere Internacional,
- Cirsa: di Cirsa international Gaming Corporation.
- G. Matica - al 95 % della Telcos, una srl con 126 mila euro di utile che è controllata per il 52 % dalla Almaviva Technologies (altra srl della famiglia Tripi) e per il 37 % della Interfines Ag, sede legale Zurigo - e Atlantis, oggi sostituita da B Plus Giocolegale limited, che ha la sede principale a Londra con 68 dipendenti e una "sede secondaria" a Roma.
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