Niente comunione ai "gay conclamati", perché "l'omosessualità è un disordine" e i precetti della Chiesa non devono essere contraddetti. Per monsignor Simone Scatizzi, vescovo emerito di Pistoia, i preti dovrebbero rifiutarsi di somministrare la comunione ai gay.
Introduzione tratta da un articolo di Repubblica di Oggi.
Siamo tutti uguali. O per lo meno dovremmo esserlo! Respiriamo, camminiamo, piangiamo tutti allo stesso modo: Gay, lesbiche, trans non lo fanno in modo diverso da eterosessuali, preti, politici e operai.
Ma la realtà delle cose è ben diversa.
Nella nostra cara Italia, intrisa dalla cristianità e dal moralismo ecclesiastico si predica l'uguaglianza, la carità, il rispetto, l'amore, la compassione.
Meriterebbero di non essere discriminati dalla Chiesa per le proprie tendenze sessuali.
Penso che questo atteggiamento volto ad emarginare le nuove realtà (coppie di fatto, coppie omosessuali) sia deleterio per una religione che, negli anni 2000 ancora resta legata ad obsolete regole e metodi di valutazione del bene e del male.
L'omofobia che anche in Italia è sempre più preoccupante ( aumento di aggressioni e ingiustizie) non è di certo mitigata dal ruolo del Vaticano e dalle parole dei portavoce di Dio.
La Chiesa dovrebbe adeguarsi ai Nostri tempi, accettando, prima fra tutte la condizione di migliaia di persone che scelgono liberamente di amare una persona del loro stesso sesso.
IO NON CI TROVO NULLA DI MALE.
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