Approvato il 3 febbraio 2012 a Bruxelles, da 25 stati su 27 partecipanti tra cui l'Italia ( solo Gran Bretagna e Repubblica Ceca si sono sottratti alla firma), il Fiscal Compact non è altro che un macigno sulla democrazia e la sovranità nazionale.
Si tratta di un accordo tra stati europei che ristabilisce le regole sui debiti pubblici e sui bilanci dei paesi firmatari.
Nello specifico gli accordi presi riguardano le economie nazionali, che in questo periodo sono già messe a dura prova da una recessione che sembra non avere fine.
OBBLIGO DI PAREGGIO DI BILANCIO: è la regola d'oro del Fiscal Compact che diventerà effettivo a partire dal primo gennaio 2013.
Nel medio termine le amministrazioni pubbliche dovranno arrivare ad avere un deficit strutturale annuo non superiore allo 0,5% del PIL ( prodotto interno lordo), quindi un rapporto debito/PIL non superiore al 60%.
Naturalmente le sanzioni, sei in tutto e per questo chiamate Six Pack, per le nazioni che non rispetteranno il Patto di Stabilità saranno salatissime ed applicate dalla Corte di Giustizia Europea.
- La Commissione Europea può lanciare in qualsiasi momento allarmi preventivi qualora uno o più stati membri non adottino politiche di bilancio prudenti nell'ottica dei piani di crescita con essa stabiliti;
- I paesi con un rapporto debito pubblico/PIL superiore al 60% dovranno annualmente ridurlo di almeno 1/20 rispetto alla quota percentuale in esubero ( Il nostro paese ha un rapporto del 120% percui si dovrebbe apportare una riduzione del 3% per il primo anno, circa 45 miliardi di euro, per poi calare gradatamente negli anni successivi. Non si avrebbe un pareggio di bilancio nemmeno dopo 20 anni!)
- In caso di deficit eccessivo saranno imposte multe e sanzioni con depositi cauzionali fino allo 0,2% del PIL
- Adeguamento dei sistemi contabili, statistici, rapporti con enti locali e regioni, procedure di bilancio allo standard unico europeo, con un costante controllo ex ante da parte della commissione europea;
- Il mancato adeguamento alle norme comporta una procedura di sorveglianza della Commissione Europea con sanzioni fino all'1% e il 2% del PIL.
E' assurdo che gli Stati debbano introdurre norme che prevedano l'obbligo del pareggio di bilancio: non potendo più stampare moneta essi continueranno ad aumentare i tributi per i propri cittadini, tagliando servizi e privatizzando beni ed servizi pubblici come la scuola e sanità. Tutto cio' si ripercuoterà maggiormenti sui ceti meno abbienti e sulle categorie deboli dei lavoratori che avranno ben poca voce in capitolo.
Il Fiscal Compact, fortemente voluto dalla Germania della luciferina Angela Merkel, sarà la ghigliottina che taglierà definitivamente la testa alle democrazie del nuovo continente in nome di un pareggio di bilancio che appare più come uno strumento di controllo e di ricatto che come un modo per far riprendere un'economia ormai al collasso.
E naturamente tutto a spese degli ignari cittadini che ormai passivamente accettano ogni decisione imposta dalla lobby di potere che fa di Bruxelles la capitale europea dell'inganno economico che sta colpendo milioni di famiglie, riducendole giorno dopo giorno ad una faticosa ed estenuante esistenza fatta di rinunce e privazioni imposte dall'alto.
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